ANTIABORTISTI CONTRO LO SPOT SULLA LEGGE 194 TRASMESSO DALLA RAI

La Repubblica – 5 marzo 2025 – Cristina Palazzo

Antiabortisti contro lo spot sulla legge 194 trasmesso dalla Rai.
La campagna “Lei è”, patrocinata da Pubblicità progresso, si propone di tenere alta l’attenzione su leggi dello Stato che esistono ma non sempre sono rispettate.

«La legge 194 consente l’interruzione volontaria di gravidanza. Lei è libera di scegliere». È così che si apre lo spot della campagna sociale “Lei è” dedicata ai diritti delle donne per informare su diritti e leggi che esistono a tutela delle donne ma non sempre sono conosciuti o rispettati. Spot che da febbraio viene trasmesso nelle varie reti televisive, in vista dell’8 marzo, giornata internazionale della donna, ma che ha scatenato l’ira dei Pro Vita che hanno chiesto alla Rai «di sospendere immediatamente la messa in onda dello spot diffuso dalla Fondazione Pubblicità Progresso, che in una superficiale manciata di secondi promuove ideologicamente l’aborto come una “libertà” della donna».

La campagna, che nasce da realtà torinesi e sarà presentata lunedì 10 marzo alle 10,30 a Off Topic a Torino, non si focalizza solo sul diritto di scegliere se portare avanti una gravidanza. “Lei è”, infatti, pone il focus su 12 leggi e regolamenti scelti tra cui la parità salariale sancita dall’articolo 37 della Costituzione o il diritto alla tutela per chi trova il coraggio di denunciare previsto dal Codice Rosso. «Leggi dello Stato che vanno difese e attuate pienamente come la legge 194 che garantisce ad ogni donna la libertà di scelta per una maternità consapevole», precisa Laura Onofri, tra le fondatrici dell’associazione femminista “Se non ora quando?”, che ha promosso la campagna con assieme a Elena Rosa presidente di Lofficina e di altre realtà del Torinese come Break the Silence Ita e Torino Città per le Donne. La campagna poi è stata realizzata pro bono dall’agenzia di pubblicità Hub09 e dalla casa di produzione Giorgio Risi.

Per i Pro Vita però il riferimento alla 194 «omette del tutto i limiti e le serie questioni bioetiche, giuridiche e sanitarie poste dalla stessa Legge 194 e comunque implicate in quella che resta a tutti gli effetti la soppressione di una vita umana inerme e innocente», si legge in una nota firmata da Maria Rachele Ruiu, portavoce di Pro Vita & Famiglia onlus. Così l’affondo: «La Rai non può usare il canone dei cittadini per promuovere forme di propaganda politica travestite da “pubblicità progresso”».

Non ci stanno le promotrici, che difendono fermamente la scelta e la campagna. Anzi, sottolinea Onofri, «non capiamo come ricordare questa libertà possa suonare come una offesa. Offensive sono invece le difficoltà che tante donne devono affrontare per veder garantito un loro diritto. Offensive sono le mancate tutele previste dalla legge anche per chi chiede aiuto per portare avanti una gravidanza. Ci auguriamo che la programmazione dello spot, che ricorda una legge dello Stato, non sia sospesa. Ringraziamo Pubblicità Progresso per aver patrocinato la campagna “Lei è” a difesa dei diritti faticosamente conquistati dalle donne».

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