PRO VITA SI SCAGLIANO CONTRO LO SPOT PER L’8 MARZO CHE RICORDA ALLE DONNE LA 194 E IL DIRITTO D’ABORTO

FanPage – 7 marzo 2025- Annalisa Cangemi

Pro Vita si scagliano contro lo spot per l’8 marzo che ricorda alle donne la 194 e il diritto d’aborto.
I Pro vita si scagliano contro la campagna social “Lei è” e contro la messa in onda, nelle reti nazionali Rai, di uno spot che in occasione dell’8 marzo ricorda alle donne il diritto di interrompere una gravidanza, diritto sancito dalla 194. Senonoraquando? risponde all’attacco: “Non capiamo come ricordare questa libertà possa suonare come una offesa”.
“La legge 194 consente l’interruzione volontaria di gravidanza. Lei è libera di scegliere”. Inizia così lo spot in questi giorni trasmesso anche dalle reti Rai, nell’ambito della campagna “Lei è”, lanciata da quattro associazioni, Lofficina, Senonoraquando?, Torino Città per le Donne, Break The Silence Italia, con il patrocinio della Fondazione Pubblicità Progresso e il patrocinio della città di Torino, in vista dell’8 marzo, Giornata internazionale della donna.
“La legge 119 del 2013 prevede misure più severe per gli autori di femminicidio, maltrattamento e stalking. Lei è libera di dire basta”, prosegue lo spot, che nasce nell’ambito di una campagna curata pro bono dall’Agenzia di pubblicità Hub09, già partita l’anno scorso in occasione dell’8 marzo, e presentata per la prima volta al Senato: i messaggi erano visibili sui mezzi pubblici e sui totem delle stazioni della metropolitana, nelle principali città italiane, e quest’anno si trovano ancora per le vie di Torino. Dodici soggetti che richiamano dodici leggi diverse sui diritti delle donne, oggi più che mai minacciati.

Si va dal diritto di scegliere se portare avanti una gravidanza, garantito dalla legge 194, alla parità salariale sancita dall’articolo 37 della Costituzione; dal diritto alla tutela per chi trova il coraggio di denunciare prevista dal Codice Rosso a quello di non essere sfruttata come oggetto sessuale e offesa nella dignità nei messaggi pubblicitari, come prevede una risoluzione del Parlamento Europeo, che non sempre viene rispettata. Il messaggio è chiaro e si rivolge alle donne, che devono essere libere di decidere, di scegliere per la loro vita.

Quest’anno l’iniziativa ha visto un salto di qualità, e il video, realizzato dalla Casa di Produzione Giorgio Risi, oltre a girare sul web, ha ottenuto degli spazi gratuiti nelle reti nazionali, Rai 1, Rai 2 e Rai 3, Mediaset, Sky e La7, grazie proprio al patrocinio della Fondazione Pubblicità Progresso, e soprattutto al lavoro di Elena Rosa, ex pubblicitaria in pensione e oggi presidente di Lofficina, associazione che combatte gli stereotipi sessisti nella pubblicità. Da febbraio ci sono quindi due spot che vengono mandati in onda. In 30 secondi vengono lanciati alcuni messaggi che ricordano alle donne quali sono le tutele previste dalle norme, che non sono date una volta per tutte, ma sono sempre da difendere, perché, come ricorda la stessa campagna “ciò che è normale oggi lo sia anche domani”.

In particolare lo spot sull’aborto ha attirato l’attenzione dei Pro Vita. L’associazione ha contestato lo spazio offerto alla campagna in tv, e ha chiesto alla Rai di sospendere la messa in onda della pubblicità “che in una superficiale manciata di secondi promuove ideologicamente l’aborto come una ‘libertà’ della donna omettendo del tutto i limiti e le serie questioni bioetiche, giuridiche e sanitarie poste dalla stessa Legge 194 e comunque implicate in quella che resta a tutti gli effetti la soppressione di una vita umana inerme e innocente”, si legge in una nota durissima diffusa mercoledì.

Secondo Maria Rachele Ruiu, portavoce di Pro Vita & Famiglia onlus, lo spot offenderebbe “migliaia di donne che ogni anno si sentono indotte o addirittura costrette ad abortire da condizioni di disagio socio-economico o da pressioni spesso violente dei loro contesti familiari, affettivi o lavorativi, e che non sono affatto ‘libere’ di scegliere se continuare la gravidanza o uccidere loro figlio. Non si può inoltre dimenticare che l’aborto implica sempre rischi e può comportare danni psicofisici alla salute delle donne, che aumentano con l’assunzione della pillola RU486, ormai maggiormente diffusa anche tra le giovani donne”.

Per l’associazione, “La Rai non può usare il canone dei cittadini per promuovere forme di propaganda politica travestite da ‘pubblicità progresso’, e per questo chiediamo l’immediata sospensione della trasmissione dello spot in questione”.

La risposta di Senonoraquando? ai Pro Vita
“La campagna ‘Lei è’ è nata per ricordare e difendere le tante leggi che garantiscono libertà e diritti alle donne in tutti i campi. Leggi dello Stato che vanno difese e attuate pienamente come la legge 194 che garantisce ad ogni donna la libertà di scelta per una maternità consapevole”, si legge in una nota di Senonoraquando? Torino, che sottolinea come la 194 sia una legge in vigore, che va rispettata.

“Non capiamo come ricordare questa libertà possa suonare come una offesa. Offensive sono invece le difficoltà che tante donne devono affrontare per veder garantito un loro diritto. Offensive sono le mancate tutele previste dalla legge anche per chi chiede aiuto per portare avanti una gravidanza. Ci auguriamo che la programmazione dello spot che ricorda una legge dello stato non sia sospesa. Ringraziamo Pubblicità Progresso per aver patrocinato la Campagna ‘Lei è’ a difesa dei diritti faticosamente conquistati dalle donne”.

Le associazioni non sanno se dopo l’attacco dei Pro Vita la programmazione degli spot, che in teoria dovrebbero essere mandati in onda fino alla giornata di domani, 8 marzo, sarà effettivamente bloccata. In ogni caso l’idea delle quattro associazioni è quella di tenere viva la campagna sociale anche dopo la Giornata internazionale della donna, e per questo hanno già in programma una conferenza stampa, lunedì 10 marzo a Torino, in via Giorgio Pallavicino 35, presso Off Topic, alle ore 10:30.

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